L’odore del pane in vico Santa Sofia

Al civico 30 di Vico Santa Sofia il tempo si è fermato, vi abita la famiglia Tancredi in uno dei tanti caratteristici “bassi” della città di Napoli, abitazioni piccole dove la luce del sole vi entra appena, piccole abitazioni posizionate sullo stesso livello della sede stradale. Molti “bassi” qui a Napoli, vivono una doppia vita, di giorno diventano piccole botteghe, stirerie, sartorie, ma all’ora di pranzo si trasformano in preziose e minuscole cucine, poi camera da pranzo e in fine camera da letto.

E’ così da tempo immemore anche il “basso” della famiglia Tancredi, la mattina già di buonora, si intravede nell’unica finestra, la signora Carmelina sarta storica del quartiere.

Il marito Luigi, è un abile panettiere, ha iniziato piccolo a soli 12 anni, oggi che di anni ne ha quasi 70 ogni mattina alle 4 in punto si reca al lavoro, non prima di aver compiuto i tre consueti gesti, un bacio alla sua Carmelina che ha già aperto gli occhi, un saluto alla Madonna di Pompei, lì poggiata sul comodino e uno sguardo al cielo.

La signora Carmelina non chiede più occhio, ed è così che già alle 4 del mattino inizia il suo lavoro, una tasca da riparare al signor Rosario di Vico dei Maiorani, un bottone da rinforzare alla tunica di padre Ciro, il parroco della vicina chiesa dei Santi Apostoli, quella chiesa che anni fa vide sposi i due coniugi.

Passo spesso dalla signora Carmela, ho sempre una tasca da riparare, tutto il quartiere ricorre a lei che con maestria e tenacia ripara anche gli strappi più complessi.

Si racconta che nel ’64 la moglie del fu Barone Alberto Ferrate, abbia scelto l’allora giovane sarta Carmelina per il sontuoso vestito di matrimonio della figlia, con quei soldi e tanto sacrificio Carmelina e suo marito comprarono proprio quel basso al civico 30 di vico Santa Sofia, ancora oggi curato in ogni dettaglio.

Gira voce che una volta durate le riprese di un film, un’importante attrice americana iniziò uno dei tanti capricci da diva sul vestito da scena, fu proprio l’intervento di Carmelina che ricucendo in pochi minuti quell’abito risolse quel complicato momento. Quel vestito le fu donato dall’attrice in cambio dell’ottimo lavoro fatto, quello stesso vestito che anni dopo indosserà il giorno del suo matrimonio.

Sono le 10 del mattino, è puntuale il signor Luigi, lo vedo arrivare da lontano, ha smesso di impastare ormai da alcune ore, si è appena fermato al civico 12 un po’ più su prima delle scale che uniscono vico Santa Sofia con via Santa Sofia, vi abita la signorina Imma, lì da sempre e come ogni giorno, da anni il signor Luigi le consegna un po’ di quel pane, quello cotto meglio e ancora caldo che lui porta con se ogni giorno, consegnandolo a quelle famiglie del quartiere che possono ripagarlo solo con un sorriso.

Sono le 10 in punto, lascio i due coniugi al rituale della colazione, Carmelina ha già preparato il caffè e quel po’ di miele che insieme come ogni giorno, da anni, assaggeranno su quel pane caldo, proprio lì fuori quel civico 30, invadendo quell’angolo paradisiaco in vico Santa Sofia del tipico odore di pane caldo.

Storie verosimili della città di Napoli n.23

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