Passo a salutare la famiglia Marino

Ogni volta che passo di qui, in vico S. Maria Vertecoeli passo a salutare la famiglia Marino. Abita al secondo piano del civico 30, riconosco i panni stesi della signora Rosaria, sono caratteristici, sono quelli dei due figli, Ciro e Donato.

Il primo figlio Ciro è nato in realtà a Portici, quando Vincenzo il marito della signora Rosaria lavorava come giovane su una peschereccio al porto del Granatelo.

La signora Rosaria mi racconta sempre che i due, spostati negli anni ’50 ad appena 20 anni, hanno da sempre desiderato un figlio, turni massacranti quelli del marito Vincenzo, ma necessari per mettere su famiglia. Anni di tentativi, poi il voto a San Ciro e finalmente arriva il primogenito, che non può che chiamarsi Ciro.

Ma Vincenzo non si ferma, negli anni ’50 ha appena 20 anni, è promettente, impara tutte le tecniche dei pescatori del Granatello, diventerà in breve tempo indipendente e poi capitano su Pesce Spada, così chiamerà il suo primo peschereccio. Siamo alla fine degli anni ‘60 quando il vaiolo porterà via il loro secondo figlio, Alberto di soli 3 anni, il vaccino arriverà tardi, ma salverà Donato invece il loro terzo figlio che nascerà nel ’73, lo chiameranno così perché arriva in un momento inaspettato, dopo il dolore della perdita del secondo figlio, lo vedranno come un “dono” del signore, è una storia che mi racconta spesso la signora Rosaria mentre mi prepara il caffè.

E’ una strada particolare vico Santa Maria Vertecoeli, da un nome impronunciabile per noi napoletani, non ci entra nella testa quello strano nome, pochi sanno pronunciarlo bene, Verteceli, Vico Santa Maria a “Verteceli”, ripete spesso la signora Rosaria quando mi racconta del secondo figlio perso, hanno imparato bene quel nome Rosaria e Vincenzo, si perché è proprio alla fine del loro vicolo, verso via Santi Apostoli, che c’e’ la chiesa di Santa Maria a Vertecoeli, è li che hanno battezzato i loro figli, ed lì che Donato ha fatto la sua comunione pochi mesi prima che il terremoto dell’80 rendesse inutilizzabile ancora oggi l’ennesima chiesa della città di Napoli.

Uscendo mi volto verso quel vicolo e mi chiedo se siano i fili dei panni stesi che distanziano i palazzi o gli archi di contenimento e vedo, così come ogni fine settimana, la signora Rosaria stendere i “panni da lavoro” di Ciro e Donato, sono gli unici in tutta la città, che anche d’estate, hanno le maniche lunghe per proteggere i due dal freddo della pescheria, che don Vincenzo ha aperto su Via Tribunali agli inizi degli anni ’70.

Da qualche tempo la signora Rosaria, non stende più quelli a maniche lunghe del marito Vincenzo, ha lasciato la pescheria ai figli, dopo anni di sacrifici, ha scelto di fare il nonno, in tanti dicono che in quei nipotini vispi che insegue ogni giorno, vede suo figlio Alberto, vispo come loro, ma arrivato tardi all’appuntamento con un vaccino.

Storie vere della città di Napoli n. 15: Passo a salutare la famiglia Marino

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