Pochi conoscono la magia di Salita Villanova, una delle 200 scale della città di Napoli, tra le meno conosciute, ma la più insolita, che racchiude infinite storie. Salita Villanova è un antico passaggio costruito nel tufo, che unisce fin dal ‘600 l’attuale via Posillipo con Via Manzoni o Via Petrarca.
Proprio qui, su Via Manzoni, a pochi metri dal civico 143, nel punto in cui parte in discesa quel percorso unico che arriva fino giù via Posillipo, vive da tempo immemore il signor Alfio e sua moglie Rosetta.
Incontrai il signor Alfio, che ha oltre 80 anni, alcuni anni fa, mentre sistemava alcune reti da pesca. Con estrema maestria cuciva e ricuciva ogni strappo di quella rete, come solo un sarto attento saprebbe fare. Mi incuriosirono quei movimenti così sincronizzati delle sue mani, da incantare chiunque.
Fu proprio masto Alfio, così lo chiamavano i passati, a spiegarmi quell’incredibile tragitto, tra scale, chiese e borghi antichi. Quelle scale, percorse da Via Manzoni fino giù via Posillipo, offrono uno spettacolo incredibile, insolito e unico. È un viaggio continuo in una Napoli dei primi dell’800, tra scorci panoramici mozzafiato e la presenza di piccoli borghi, dove il tempo sembra essersi fermato.
Salita Villanova fu realizzata dai contadini per scendere dalla collina fino al mare di Posillipo, dove vendevano i loro prodotti. Nel corso degli anni, anche i pescatori percorrevano in senso inverso quella salita. A quei tempi Via Posillipo non esisteva, mentre Via Manzoni era ancora un antico casale chiamato, ancora oggi, località Villanova. Lungo quelle scale si incontravano contadini e pescatori di questa città, intenti a vendere e scambiarsi il loro raccolto.
Era un mercato incredibile quello di Salita Villanova, dove, tra scambi, accordi e intese, nascevano tante storie e mille amori che hanno lasciato il segno in questa città.
Don Alfio conosce uno ad uno i gradini di Salita Villanova, e ogni volta che li percorro con lui, ne conta sempre qualcuno, terminando con il numero esatto appena arrivati su Via Posillipo, ripetendo con orgoglio il numero esatto di gradini, 562, che uniscono Via Manzoni a Via Posillipo. Ma non finisce qui, pur alla sua età, spesso, sempre da Via Manzoni, si ferma senza il minimo affanno al gradino 311, che sono invece l’esatto numero di gradini necessari per arrivare a Via Petrarca.
Proprio lungo quel tragitto, nei primi anni ’60, Alfio, appena ventenne, ogni giorno percorreva il tragitto: di mattina presto andava al mare con il suo piccolo peschereccio e poi si dirigeva dritto verso Villanova per vendere quanto pescato ai tanti contadini. Alfio aveva messo gli occhi sulla sua giovane Rosetta, intenta a vendere mele e formaggio.
Ricorda, come ogni giorno, appena arrivato in porto, iniziava a correre su per quelle scale, affinché arrivasse per primo da quella giovane contadina, di cui si era perdutamente innamorato.
Alfio ricorda la timidezza di entrambi, poche parole scambiate, poi un sorriso enorme e subito nuovamente in giro a vendere i loro prodotti per aiutare le rispettive famiglie.
Ed è così che giorno dopo giorno quel rituale, quelle scale rendono magico quel momento, scompare, per Alfio, ad ogni gradino quella fatica che porta fin su alla sua Rosetta.
È preciso Alfio, ricorda ogni momento, ogni passo, fino a quel memorabile 19 settembre 1961, quando, come ogni giorno, dopo aver preso il pescato del giorno, era già pronto per salire quelle scale, per rivedere la sua Rosetta, sperando in un suo accenno.
Ma quel giorno fu diverso: appena arrivato all’inizio di quelle scale, la trovò lì ad attenderlo già da qualche ora. Era lì perché non voleva che quel giovane pescatore corresse nuovamente in modo forsennato su quelle scale per incontrarla. Era lì per percorrerle con lui, mano nella mano, quelle scale fino a largo Villanova.
Poi, guardando la sua Rosetta, mi guarda con occhi lucidi e mi dice: “Felì, da quel giorno non ho mai più percorso quelle scale da solo. Sono oltre 60 anni che quella contadina mi ha preso la vita, mano nella mano abbiamo messo su 5 figli e ancora oggi, mano nella mano, lavoriamo per dare un futuro ai nostri 7 nipoti”.
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Storie verosimili della città di Napoli n. 69: la magia di Salita Villanova e la storia di Alfio e Rosetta
Foto di Amalia Balsamo
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