I colori di Napoli e l’origine del nome di via delle Zite

Passo spesso in Via delle Zite, una delle strade più caratteristiche di Napoli, che unisce via Forcella con via dei Tribunali. Fino a pochi anni fa, proprio qui si trovava don Antonio, detto il Pezzaro, come venivano chiamati coloro che vendevano abiti e stoffe usate recuperate dai vari “svacantina” (sgomberi di case).

I “pezzari”, infatti, commerciavano abbigliamento di seconda mano e abiti da riciclare, una pratica molto diffusa nella Napoli del passato, soprattutto nelle zone popolari. Oggi, incredibilmente, questa abitudine sta tornando in voga tra i giovani, riscoperta come simbolo di sostenibilità e autenticità.

Don Antonio aveva una piccola bottega proprio in via delle Zite e fu lui, durante una delle nostre chiacchierate, a raccontarmi l’origine del nome di questa strada. Una strada che oggi è tra le più colorate della città, dove si può respirare quella Napoli autentica di un tempo, tra i mille colori dei panni stesi che ondeggiano tra i palazzi.

Il nome Via delle Zite deriva dal termine napoletano “zita”, che affonda le sue radici nel latino “puella cita”, ovvero “ragazza giovane”. Nel dialetto napoletano, però, questo termine ha assunto un significato diverso: cita o meglio zita è diventata sinonimo di fidanzata, mentre le donne non sposate in età avanzata sono chiamate zitelle.

Un tempo, via delle Zite era popolata da negozi di corredi e biancheria da sposa, proprio come quello di don Antonio il Pezzaro. Qui si potevano acquistare stoffe preziose e ricami destinati ai corredi nuziali, che fino a pochi decenni fa erano un elemento indispensabile nei matrimoni napoletani. Ed è per questo che questa strada viene dedicata alle “zite” (fidanzate), ed è sempre qui che le invece le “zitelle” (non sposate) passeggiavano in cerca di fortuna.

Ricordo don Antonio quando, ormai pensionato, si sedeva davanti alla sua bottega chiusa e raccontava con orgoglio l’etimologia e la magia di questa strada. Oggi, se i negozi di abiti da sposa e corredi non ci sono più, rimangono i panni stesi, che continuano a colorare via delle Zite come il cuore pulsante della Napoli più autentica, dove il sole si insinua tra i vicoli stretti, accarezza i balconi e illumina quei fili carichi di vestiti che raccontano storie di vita quotidiana.

Tra questi panni riconosco quelli della famiglia Esposito, che un tempo erano collezionisti e restauratori di burattini antichi. Dal loro balcone, un mosaico di calzini blu intenso e lenzuola candide ondeggia al vento. Fino a qualche anno fa, tra i fili si potevano vedere persino pezzi di scena dei burattini, ricordi di spettacoli animati nei teatri di quartiere.

Poco più in là, al civico 30, c’è la famiglia Russo, che svolge un lavoro ancora più insolito: producono saponi artigianali al profumo di limone e basilico. I loro panni, stesi in ordine quasi maniacale, sembrano emanare un senso di pulito anche a distanza.

Ma tra tutte le famiglie, quella che attira di più l’attenzione è proprio quella di don Antonio, soprattutto per il piccolo Gennarino, suo nipote di appena due anni. Con un vocabolario ancora incerto, ha imparato da poco a parlare. “Russooo!” (rosso), urla entusiasta indicando una maglia della nonna. Poi, con lo stesso entusiasmo: “Buuu!” (blu), indicando i pantaloni del papà.

In via delle Zite, i panni stesi non sono semplici vestiti, ma vere e proprie bandiere di vite uniche, che sventolano al vento come storie raccontate in silenzio. Qui, dove ogni “panno” svela un pezzo di quotidianità e ogni colore parla di chi lo indossa, la bellezza di Napoli si mostra nella sua essenza più pura.

E mentre Gennarino cresce e il suo vocabolario si arricchisce, via delle Zite e tanti altri vicoli della città continuano a essere un teatro a cielo aperto. Ogni tanto, qualche turista si ferma a fotografare quel tripudio di colori, ignaro del fatto che ogni maglia, lenzuolo o calzino steso racconta la storia di chi vive quei balconi e, in fondo, un pezzetto della storia di Napoli stessa.

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Storie verosimili della città di Napoli n. 94: I colori di Napoli e l’origine del nome di via delle Zite
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