Pochi napoletani conoscono le rampe Lamont Young, un tempo note come rampe di Pizzofalcone in pieno quartiere San Ferdinando. Rampe che tutti abbiamo incrociato nella nostra vita, percorrendo Via Chiatamone, in una delle mille pasteggiate fatte sul nostro lungomare. Come tante anche queste rampe vanno percorse almeno una volta, dopo la prima rampa si apre uno dei panorami più belli della città di Napoli e al secondo tornante sembra di essere in un set cinematografico ambientato nei primi anni ‘50.
Proprio qui, in uno di questi bassi, ha vissuto per anni la famiglia Del Prete, una famiglia di artigiani, molto conosciuta qui nel quartiere.
Il capostipite Armando, aveva aperto una bottega, nel dopoguerra, in questo angolo di paradiso, specializzandosi nell’impagliatura di sedie. Per anni, insieme a sua moglie Luisa, qui è stato un punto di riferimento. Dopo la guerra, tornato dal fronte, Armando aveva avviato quella professione, che a sua volta aveva imparato in Germania durante la prigionia.
Ad affiancarlo per molti anni suo figlio Nicola, che fin da piccolo aveva mostrato una certa predisposizione per quel lavoro, dove la velocità delle mani era davvero tutto.
Ricordo di aver conosciuto, appunto, Nicola Del Prete proprio in un caldissimo luglio. Lo vidi sistemare con incredibile velocità decine e decine di sedie da impagliare, impilate una sull’altra, dimostrando un’abilità davvero fuori dal comune. Suo padre Armando, ormai anziano, lo seguiva seduto in una vecchia poltrona, posizionata proprio vicino all’ingresso di quel basso, con vista mare, dove il vento caldo di Luglio rendeva davvero magica quella scena.
Mentre Nicola continuava quel lavoro, mi intrattenni con il signor Armando. Dalle sue parole, mi raccontò in pochi e semplici passi la sua vita: appena ventenne, lasciò la sua Luisa per il fronte, trascorse anni in Germania tra prigionia e il rischio di perdere un piede gravemente ferito. Poi il ritorno in patria e la rinascita. Quella piccola abitazione e la sua Luisa erano il suo unico obiettivo durante quei giorni di prigionia, al suo ritorno, la felicità del ritorno fu però sopraffatta trovando la sua Napoli devastata dalle bombe.
Dopo un veloce matrimonio con la sua Luisa, Armando vide nascere i suoi due figli: Nicola e Anna. Il primo lo affiancò fin da subito nel lavoro di impagliatore, mentre Anna, dopo aver studiato, per anni è è stata una preside, oggi in pensione, in una delle tante scuole qui a Napoli.
Armando, ripeteva spesso di aver imparato l’arte dell’impagliatura durante la prigionia, ma si era poi affezionato a quella professione così tanto che al suo rientro nel 1946 e fino a qualche anno fa, trascorreva le sue giornate sistemando centinaia di sedie al giorno, osservando dalla sua abitazione quello spettacolo enorme che solo Napoli può offrire.
Delle miriadi di sedie che in tantissimi portavano lì per una riparazione, alcune di queste provenivano dalle tante chiese della città di Napoli. Ma la famiglia Del Prete per anni ha conservato un’antica usanza portata avanti anche dal figlio Nicola, fino a qualche tempo fa,
Tale usanza mi fu confermata dai cugini Giancito, che abitavano qualche civico più avanti. Pur avendo poco, ogni tanto i Del Prete aiutavano le tante famiglie nelle varie faccende quotidiane, senza pretende nulla. Tra questi ci sono ancora i Formicola, oggi molto anziani, ma che un tempo venivano invitati dai Del Prete a pranzo la domenica. Era un modo per condividere momenti della settimana , essere uniti, come un’unica famiglia.
Poi i racconti di Armando finivano sempre con: “don Felì, qui da noi a tavola la domenica, le sedie non bastavano mai.”
Oggi, di tutto questo, su queste rampe è rimasto ben poco. I Del Prete, Giacinto e i Formicola sono andati via da tempo, ma il trascorrere lento della vita, il respirare un’atmosfera unica e solare che solo luoghi come questi possono trasmettere, si percepiscono ancora oggi.
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Storie verosimili della città di Napoli n. 84: La magia unica delle le rampe Lamont Young
Foto di Velia Cammarano
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