Fu eretta nel XIV secolo, in una zona paludosa (al punto che fu chiamata in un primo momento chiesa dell’Ascensione in plaga neapolitana), sotto il regno di Roberto d’Angiò e fu affidata all’ordine dei Celestini. Una lapide ne ricorda il fondatore Niccolò di Alife.
Nonostante le indulgenze concesse dai papi Clemente VI prima e Urbano VI poi, la chiesa andò in rovina e l’annesso convento fu abbandonato progressivamente dai monaci, fin quando, nel 1622, ne fu iniziato il rifacimento ad opera di un ex voto perpetuato da un nobile del tempo, con la definitiva risistemazione di Cosimo Fanzago nel 1645.